Astronomi, utilizzando lo strumento MUSE del Very Large Telescope (ESO, Cile), hanno catturato direttamente un filamento della rete cosmica: un gigantesco fiume di gas lungo oltre 3 milioni di anni luce, che collega due galassie con quasar attivi. Non si tratta solo di una bella foto: è la conferma visiva di decenni di simulazioni cosmologiche. La teoria lo aveva già previsto: le galassie non fluttuano isolate, ma si nutrono del gas che scorre lungo questi filamenti, guidato dalla gravità della materia oscura. In altre parole: le galassie sono come frutti che crescono perché collegate a un sistema nascosto di radici cosmiche. L’immagine ottenuta non è stata semplice: sono state necessarie centinaia di ore di esposizione per catturare la debole luminescenza dell’idrogeno ionizzato (Lyman-α), come se gli stessi atomi dell’universo ci stessero sussurrando il segreto della grande architettura cosmica. La parte inquietante è che questa tela non è una semplice mappa statica: è dinamica, viva. Il gas scorre, la materia oscura lo plasma e le galassie si nutrono di quella corrente. In altre parole, abbiamo appena dimostrato che a dare forma all’intero universo non è ciò che si vede, ma ciò che resta invisibile. 📖 Riferimento scientifico: U. Cresci et al., Direct imaging of a cosmic web filament connecting two quasar host galaxies at z~3.3, Nature Astronomy (2025). Fonte Astronotizie

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