Dopo oltre un decennio di osservazioni, Gaia ha prodotto la mappa più precisa e multidimensionale della nostra galassia, tracciando posizione, movimento, età e luminosità di miliardi di stelle.

Ecco alcuni risultati chiave
-Catene di ammassi stellari: Gaia ha scoperto che molti giovani ammassi non sono isolati, ma parte di strutture più grandi come “famiglie” o “fili” di stelle, con origini comuni. -Tidal tails: ha identificato lunghe “code mareali” di stelle che si allontanano dagli ammassi, segno della loro dissoluzione nel tempo.

Nuove tecniche di analisi
L’uso dell’intelligenza artificiale ha permesso di distinguere veri ammassi da semplici allineamenti casuali.

Rivoluzione locale
Gaia ha mappato in dettaglio il vicinato del Sole, rivelando strutture complesse come la Radcliffe Wave e il gas spur “Split”.

Impatto sulla formazione stellare
I dati mostrano come il feedback stellare (radiazioni, venti, esplosioni) influenzi la nascita di nuove stelle. Secondo l’ESA, Gaia ha dimostrato che il cielo non è composto da ammassi isolati, ma da “fili e perle” di stelle che si estendono per migliaia di anni luce. Anche se il telescopio ha terminato le osservazioni nel 2025, la maggior parte dei dati deve ancora essere pubblicata, promettendo nuove scoperte nei prossimi anni Credit L. Bignami